Quella sulla flessibilità è una partita decisamente molto complessa. Per il momento, il governo italiano sembra avere tutta l’intenzione di muoversi su due binari paralleli. Da una parte, infatti, ci sono il dialogo e le trattative e dall’altra c’è la volontà di allargare le maglie del patto si stabilità. Ma vediamo di fare chiarezza in merito.
Vertice di Bratislava: lo strappo di Renzi A seguito del vertice di Bratislava, il Presidente del consiglio Matteo Renzi ha fatti presente che non vi sono le condizioni per potersi dire d’accordo con Hollande e Merkel. A suo parere, infatti, l’austerità non ha più ragione di esistere nelle forme in cui la conosciamo adesso ed è arrivato il momento di mettere alcuni punti fermi in modo tale da evitare di andare alla deriva. In ogni caso, Renzi ha ottenuto la disponibilità da parte di Juncker a rivedere i margini anche per il prossimo anno. Pare che dall’Europa, quindi, possa arrivare il via libera per il cosiddetto deficit programmato di 1,8 punti percentuali del prodotto interno lordo. Come è facile immaginare, però, si tratta di una decisione politica che deve trovare riscontro anche sotto il profilo economico. La Germania, però, potrebbe non essere affatto favorevole ad una simile apertura. La posizione della Merkel Nonostante gli accordi presi a Ventotene poche settimane fa, pare che a Bratislava la Merkel abbia deciso di non allargare le maglie della flessibilità per quanto riguarda la questione italiana. Ad influenzare le decisioni di Angela Merkel potrebbe essere stato il recente risultato elettorale che ha pesato molto sul suo futuro. Renzi, dal canto suo, si dice disponibile a fare il possibile per consentire all’Italia di avviarsi rapidamente verso una ripresa concreta e duratura. Nessun problema, invece, per quanto riguarda i fondi da destinare alle zone terremotate. La gestione dell’emergenza, pertanto, non farà parte del patto di stabilità. Piano ""Casa Italia"" A questo punto, resta da sciogliere il dubbio relativo a Casa Italia. Nonostante ci sia ancora un notevole spazio di manovra, il governo italiano dovrà adoperarsi per riuscire ad avviare il percorso verso la ripresa in tempi rapidi. In caso contrario, sarà necessario andare in deroga al patto di stabilità, facendo ricorso alla clausola relativa agli eventi cosiddetti eccezionali ed ai periodi di recessione prolungata. Non resta altro da fare, dunque, che attendere e capire se dall'Europa arriverà il via libera per un allargamento della flessibilità o se, invece, il governo Renzi dovrà tentare di mettere a punto altre soluzioni. Resta, poi, il problema dei migranti che, com'è noto, ha un impatto molto importante anche sull'economia del nostro paese. Dall'Italia è arrivata chiara la richiesta di dividere il peso su tutti i paesi appartenenti all'unione. A tale riguardo, Germania e Francia non hanno tardato a far arrivare il loro parere negativo.
0 Commenti
Nonostante siano stati proprio gli Stati Uniti i veri responsabili della crisi economica che ha visto protagonista anche l'Italia, al momento pare che abbiano intrapreso a grande velocità la strada della ripresa trainata, tra le altre cose, proprio dal settore immobiliare. Mercato immobiliare: dalla bolla speculativa statunitense alla ripresa Com'è noto, la bolla speculativa made in USA ha messo a dura prova moltissime economie mondiali tra cui, ad esempio, quella italiana, quella spagnola e quella irlandese. Ad aver generato la bolla speculativa era stata l'erogazione selvaggia di muti a creditori di certo non solvibili. A seguito di tale situazione, il mercato immobiliare statunitense aveva registrato una battuta d'arresto a dir poco notevole. Al momento, però, la situazione sembra essere tornata alla normalità. Addirittura, pare proprio che sia il settore immobiliare a trainare la ripresa. I prezzi degli immobili, infatti, sono tornati ai valori del periodo che ha anticipato la crisi del settore. Stando alle opinioni degli analisti, l'attuale boom non ha nulla a che vedere con il precedente e, pertanto, all'orizzonte non dovrebbero esserci pericoli di alcun genere. Crediti sostenibili: i mutui sono più sicuri rispetto al passato Il timore che una nuova bolla speculativa sia dietro l'angolo è davvero molto alto ma sono molti i segnali che lasciano pensare che si tratti di una paura del tutto infondata. Il sistema creditizio americano, infatti, ha messo a punto un meccanismo molto più severo e selettivo, volto, dunque, a concedere crediti solo ed esclusivamente a chi è in grado di restituire le somme prestate. Basti pensare, ad esempio, al fatto che le banche adesso chiedono garanzie decisamente molto più solide rispetto a quanto accaduto in passato. Per il momento, la ripresa più importante è stata registrata nel nord-est del Paese anche se c'è da scommettere che, ben presto, coinvolgerà tutti gli Stati da nord a sud. Prezzi in aumento a Las Vegas: aumento del 10% dei prezzi degli immobili Un esempio al quale fare riferimento per comprendere la portata della ripresa è quello di Las Vegas. Proprio a Las Vegas, infatti, i prezzi degli immobili sono aumentati addirittura del 10% e gli immobili di lusso sono tornati ad essere appetibili come nel periodo pre-crisi. Insomma, anche la California, uno degli epicentri della crisi, sta finalmente rialzando la testa. Di sicuro, si tratta di un dato molto interessante di cui tenere conto per mettere a punto stime attendibili per il prossimo futuro. La ripresa del settore immobiliare negli Stati Uniti è un dato molto interessante anche per l'economia europea e, soprattutto, per quella italiana. Essendo stato proprio il settore immobiliare americano la causa della crisi economica, è piuttosto verosimile l'ipotesi secondo la quale la ripresa potrebbe, allo stesso modo, generare un positivo effetto domino. Nonostante l'impegno del Governo per ridurre il numero dei paesi della black list, finanza e paradisi fiscali continuano ad esistere e prosperare. Il problema è più che mai attuale, se ne sono occupati e se ne stanno occupando i ministri dell'economia di tutti governi, senza tuttavia trovare una soluzione valida. Dietro a questi immensi capitali che sfuggono all'Agenzia delle entrate, ci sono molte attività illegali, come il riciclaggio di denaro sporco, corruzione ed evasione fiscale. In questa ragnatela inestricabile vi sono coinvolti anche gli istituti bancari, grandi imprenditori, professionisti, sportivi e chiunque voglia sfuggire alle maglie soffocanti del fisco italiano. La crisi ha fatto scappare all'estero sia i grossi investitori miliardari che i piccoli risparmiatori, schiacciati da tasse e mancanza di lavoro. Tra le aziende più famose che hanno accumulato delle fortune nei paradisi fiscali c'è la Apple, che è riuscita a mettere insieme più di 100 miliardi di dollari di fatturato esentasse. Non sono solamente le grandi multinazionali a usufruire di finanza e paradisi fiscali, ma anche i piccoli imprenditori che riescono ad accumulare capitali all'estero grazie al sistema fiscale ben diverso da quello italiano, che talvolta sfiora il confine con l'illegalità. Alcune tasse sono veramente dei furti legalizzati e non si può pretendere che le persone subiscano tutto in nome di servizi pubblici scadenti o inesistenti. I paradisi fiscali esistono sempre e sono in ottima forma, la loro caratteristica principale è quella di offrire una certa stabilità politica e delle condizioni di vita decisamente comode. Purtroppo l'immensa ricchezza dovuta a queste zone che praticamente vivono di investimenti esteri talvolta si mescola con la malavita organizzata e l'attività di alcuni istituti di credito non è proprio trasparente. Ogni paradiso fiscale è specializzato in un settore, Olanda e Lussemburgo ad esempio sono usate principalmente dalle aziende finanziarie che vogliono trasferire fondi verso altri Stati, dato che offrono condizioni fiscali particolarmente favorevoli per le multinazionali. La sede prediletta delle ditte che operano nei fondi comuni di investimento speculativi detti hedge funds sono le isole Cayman, un arcipelago delle Antille dove non esistono le tasse. Questi fondi hanno l'obiettivo di produrre un rendimento costante mediante investimenti ad alto rischio finanziario e le Cayman sono state inserite nella lista nera dal governo italiano. Le Bermuda sono un arcipelago dell'Oceano Atlantico ad est degli Stati Uniti e sono specializzate nel settore assicurativo. Il sistema fiscale è basato su imposte molto basse sul reddito di persone fisiche o giuridiche e costituiscono una delle nazioni preferite da coloro che investono in finanza e paradisi fiscali, utilizzandole come sede legale di aziende che in realtà operano altrove. |